“Ali e Nino – Una storia d’amore” di Kurban Said
- Titolo: Ali e Nino
- Autore: Kurban Said
- Pubblicazione: ottobre 2013
- Genere: Narrativa
- Casa Editrice: Imprimatur
- Dettagli: 256 pagine
Buon pomeriggio amanti della lettura, vi è mai capitato di vedere in giro per il web o magari dal vivo questa imponente statua dell’artista georgiana Tamara Kvesitadze?
Io l’ho vista per la prima volta per caso, forse su pinterest o guardando un video su youtube e ho scoperto che queste due imponenti sculture in acciaio situate in riva al mare di Batumi in Georgia, raggiungono circa i sette metri di altezza e ogni dieci minuti si muovono l’una verso l’altra, si raggiungono e si fondono in un unico pezzo per poi separarsi di nuovo. Non so perché, ma vedendo questo loro moto perpetuo ho avuto i brividi e mi ha colta un senso di tristezza che mi ha spiazzata. A quel punto dovevo assolutamente conoscere il significato di quella scultura. Immaginavo che ci dovesse essere una storia dietro ed infatti è così. “La Statua dell’Amore” , questo è il suo nome, nel suo costante, struggente movimento, non fa altro che perpetuare la bellissima e tormentata storia d’amore tra Alì e Nino. Una storia che viene magistralmente raccontata in un libro, dall’autore Essad Bay, meglio noto come Kurban Said e risale nella sua prima pubblicazione al 1937.
Trama
Questo
romanzo è ambientato a Baku una cittadina dell’ Azerbaigian, coprendo un
periodo di tempo che va dal 1914 al 1920 e attraversando tre momenti storici e
politici di fondamentale importanza: la prima guerra mondiale, l’indipendenza
dell’ Azerbaigian, durata pochissimo, e la riconquista russa del 1920.
L’ Azerbaigian è la terra di mezzo, il punto in cui l’occidente incontra l’oriente. È una sorta di crocevia tra l’Europa e l’Asia, infatti se lo guardiamo sulla cartina, ci accorgiamo che questo paese confina con il Mar Caspio a est, la Georgia e la Turchia (solo per una porzione di territorio, definito exclave)a nord-ovest, l'Armenia a ovest, la Russia a nord e l'Iran a sud.
La città di
Baku è il compendio di questo crocevia dove tutti gli elementi che
caratterizzano l’est e l’ovest si mescolano in un caleidoscopio di usi,
costumi, religioni, ideologie politiche che riescono a convivere pacificamente
creando un raro esempio di effettiva integrazione. In questo contesto variegato
e multiforme, vivono e s’incontrano i due protagonisti di questo romanzo.
Ali Khan Shirvanshir è un principe azero, di religione musulmana, di nobili natali perché appartenente a una famiglia reale di Persia. Nino Kipiani, è una principessa georgiana, di religione cristiana, appartenete a un’illustre famiglia che vive “all’inglese”. Lui diciottenne, lei diciassettenne, studiano entrambi alla scuola russa. Alì e Nino si innamorano perdutamente e vogliono sposarsi pur essendo estremamente consapevoli delle profonde differenze che li dividono sia nel loro modo di pensare sia nelle aspettative che la società ha verso di loro. Nonostante ciò credono fermamente che il loro amore sia così forte da essere in grado di superare ogni differenza e ogni opposizione. In effetti, il loro amore non viene ostacolato dalle famiglie ma gran parte del romanzo ruota intorno a queste problematiche. Tanti sono gli eventi a cui devono far fronte per poter stare insieme e a complicare il tutto ci si mettono anche i tempi incerti e turbolenti dal punto di vista politico. Mentre la Russia, la Turchia e l'Inghilterra sono impegnate in una guerra sanguinosa, l'Azerbaigian cerca di emergere combattendo per la propria indipendenza. Sappiamo che questo stato di cose durò solo poco tempo, poiché avrà fine con la conquista bolscevica di Baku che segnerà l’inizio dell’occupazione sovietica dell’Azerbaigian per moltissimi anni.
Ali Khan ha due veri grandi amori nella sua vita: Nino e Baku
e per questi amori si troverà continuamente combattuto per tutto il romanzo. Non
aggiungo altro sulla trama perché non voglio spoilerare troppo sarebbe ingiusto
verso chi sceglierà di leggere questa storia.
Impressioni personali
Che dire di questo libro? È semplicemente straordinario, una perla di rara bellezza a cui non viene adeguatamente resa giustizia. Dovrebbe essere divulgato al mondo al pari di storie come “Romeo e Giulietta” o il “Dottor Zivago” alle quali viene spesso paragonato, ma a torto secondo me, perché sebbene la storia d’amore sia intensa e struggente è solo una parte di questo romanzo. Le vicende si snodano pagina dopo pagina come in un crescendo rossiniano. Quella che inizia come una semplice storia d’amore diventa molto molto di più.
La narrazione è molto evocativa ricca di descrizioni di luoghi, persone, eventi, cultura, usi, ideologie e sentimenti. L’intero romanzo è allo stesso tempo struggente e appassionato, coinvolgente e ben strutturato. Ti tiene saldamente ancorato ad ogni frase, ad ogni pagina e non smette di rimanerti dentro anche dopo averlo terminato. I due protagonisti vedono con gli occhi dell’amore un mondo ideale dove le differenze possono essere annullate ma saranno proprio quelle differenze a decidere del loro destino.
Questo libro ti porta in un viaggio affascinante e straordinariamente dettagliato a Baku, Tbilisi, Karabakh, Teheran, nelle montagne del Daghestan. Offre al lettore un quadro completo: amore e passione; guerra e rivoluzione; onore e disonore; montagne e deserti; la cosmopolita Baku, le strade di Tbilisi e la sofferente Teheran, l’Islam, il cristianesimo. Si parla di harem, famiglie musulmane, credenze locali, norme, rituali nuziali, cammelli e cavalli, deserti e alberi, città e bazar; ti ci trovi dentro così intensamente che quasi ti sembra di essere esportato in quell'epoca e in quei luoghi.
I due personaggi principali, Alì e Nino, sono ottimamente caratterizzati, nel corso della storia non solo ne percepiamo chiaramente le personalità ma anche le loro evoluzioni, il cambiamento in funzione degli eventi. La loro storia, il loro amore è così intenso che sfida ogni descrizione.
Alì Khan Shirvanshir è un personaggio di straordinaria bellezza, una personalità complessa e sfaccettata che mette al centro del suo mondo l’amore. L’amore per la sua Nino che si rifiuta di trattare così come un musulmano dovrebbe trattare una donna riservandole un rispetto e una considerazione che non appartengono alla sua cultura:
“E all’improvviso sentii che niente, niente al mondo mi era
più caro del sorriso negli occhi di Nino”.
Ma Alì aveva un altro grande amore, quello per la
sua Baku. Alì è stato un eroe dei suoi tempi, un patriota che ha sacrificato
tutto per il suo popolo e i suoi ideali e man mano che lo conosci lungo la
storia, ti costringe a numerose riflessioni. Per quanto riguarda il finale, non
può che essere intenso e inevitabile data la personalità di Alì.
In conclusione, Alì e Nino non è un libro
semplice come appare. La cosa migliore da fare è abbandonarsi alla lettura e
farsi portare dentro gli eventi, questo ci darà l’occasione per imparare una
grande lezione di storia, cultura, amore e sopravvivenza. Se non sapete cosa
regalare per San Valentino, questo romanzo potrebbe essere la scelta ideale.
Buona lettura!
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