"Spesso sono felice" di Jens Christian Grøndhal
- Titolo: Spesso sono felice
- Autore: Jens Christian Grøndhal
- Pubblicazione: Gennaio 2017
- Genere: Narrativa
- Casa Editrice: Feltrinelli
- Dettagli: 112 pagine
Trama
Questo libro è un lungo monologo, in chiave epistolare, in cui la vita di Ellinor viene passata letteralmente al setaccio.
Esiste un momento nella vita di ciascuno, in cui si fa un bilancio del proprio vissuto e questo momento per Ellinor coincide con la morte del marito George.
Inizia così a scrivere una lunga lettera all'amica Anna, deceduta almeno quarant'anni prima, nella quale si mette completamente a nudo, raccontando cose che non ha mai raccontato a nessuno, segreti secondo lei inconfessabili che hanno in qualche modo condizionato la sua intera esistenza, confortata dal fatto che Anna non avrebbe comunque mai potuto leggere quelle parole.
Ma chi era Anna? Anna era la migliore amica di Ellinor,
l'unica ...
Il loro, fu un legame indissolubile che continuò anche oltre la
morte e ciò fondamentalmente per una ragione: George.
George era il marito di Anna e quando lei morì, praticamente Ellinor prese il suo posto. Accanto a George, che divenne l'amore della sua vita, accanto ai figli, per i quali divenne non proprio una madre e nella sua casa.
Nella sua lunga lettera, le racconta di come sia stata la sua vita accanto a George. Di come si sia evoluto nel tempo il rapporto con i suoi figli, dai quali non si è mai sentita accettata completamente, forse per le sue modeste origini. Di quella casa, di come non l'abbia mai sentita veramente sua, tanto da sentirsi legittimata, dopo avere perso George, a tornare nel quartiere della sua infanzia anche se malfamato. Poi, ad un certo punto, come un fiume in piena, trova il coraggio di raccontarle del segreto della sua nascita, del rapporto con sua madre e di suo padre.
Impressioni Personali
Quando l'accettazione diventa comprensione e la comprensione diventa perdono, allora si è pronti a fare pace con i fantasmi del proprio passato e a rimettere in discussione il proprio futuro. Non c’è un momento preciso in cui si matura questa consapevolezza e delle volte, come per Ellinor, è un processo che può durare una vita.
E’ strano come, in solo poco più di cento pagine, l’autore riesca a descrivere bene questo processo, raccontando non solo la storia di Ellinor e della sua famiglia attuale ma anche quella della sua famiglia di origine, riuscendo a far entrare il lettore in punta di piedi ed in profondità nell’animo di questa donna comprendendone i tormenti, i rimpianti, il senso di inadeguatezza, la profondità dei sentimenti per il marito e il grande valore che attribuiva all’amicizia e nel groviglio di tutte queste emozioni riuscire ad esaltarne la grande dignità.
“Spesso sono felice” dice la protagonista ad un certo punto della narrazione, ma credo che questa affermazione abbia il sapore amaro della consapevolezza e quindi dell'accettazione che non sempre le cose si possono cambiare ma possiamo cambiare il nostro modo di guardarle così come ci sono cose che cambiano radicalmente e nonostante questo rimangono identiche nel cuore e negli occhi di chi le guarda.
"Spesso sono felice, come dice la canzone, felice dentro, anche se non sempre riesco a mostrarlo… Invecchi, e la città cambia, ma gli occhi e le strade sono gli stessi."
E’ un bellissimo libro che si lascia leggere piacevolmente. La narrazione è semplice e scorrevole e va dritta al punto.
Buona lettura!
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