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Arthur Rimbaud - Il giro del mondo in 80 poesie - Francia

Il giro del mondo in 80 poesie   #36 : Francia Sensazione Nelle azzurre sere d’estate, andrò per i sentieri, punzecchiato dal grano, a pestar l’erba tenera: trasognato sentirò la sua frescura sotto i piedi e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo. Io non parlerò, non penserò più a nulla: ma l’amore infinito mi salirà nell’anima, e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro, nella Natura, – lieto come con una donna. ∞ Arthur Rimbaud

Recensione - Diario di un Dolore di C.S. Lewis

“Diario di un Dolore” di C.S. Lewis



















  • Titolo: Diario di un Dolore
  • Autore: Clive Staples Lewis
  • Pubblicazione: Aprile 1990
  • Genere: Narrativa
  • Casa Editrice: Adelphi
  • Dettagli: 85 pagine


Buon pomeriggio, amanti della lettura! 

Il libro che vi voglio proporre e soprattutto consigliare oggi, è “Diario di un Dolore” di C. S. Lewis. Questo scrittore è noto al grande pubblico soprattutto per la serie di romanzi “Le Cronache di Narnia”. È infatti nato dalla sua penna, questo capolavoro della letteratura per ragazzi. La produzione letteraria di Lewis è però ben più vasta e tra le sue opere non può non spiccare questo piccolo gioiello di rara bellezza. Un’opera a carattere autobiografico scritta in seguito alla perdita dell’amatissima moglie.

Il libro è un vero e proprio diario, composto di quattro quaderni che a stento contengono il fiume di riflessioni, sfoghi, urla disperate, pianti sommessi, elucubrazioni intorno al senso del dolore e della perdita. Parla di sé, della moglie e di Dio e mentre scrive non fa altro che elaborare il suo lutto.


Impressioni Personali

“Avevo pensato di poter descrivere uno stato , di fare una mappa dell’afflizione. Invece ho scoperto che l’afflizione non è uno stato, bensì un processo.”

È a questa conclusione che arriva l’autore dopo avere esplorato in lungo e in largo, con una onestà assolutamente disarmante, in maniera puntuale e quasi temeraria, il suo dolore. Ne valuta ogni aspetto e come se volesse dargli una forma per meglio comprenderlo, lo descrive ora simile alla paura della quale ricorda gli effetti sul fisico, ora alla pigrizia della quale ricorda l’orrore per ogni minimo sforzo, e somiglia all’attesa, nello stesso modo della quale, dà alla vita un perenne senso di provvisorietà.

La morte della moglie porta un assoluto sconvolgimento nella sua vita:

“È l’atto di vivere che è diverso in ogni momento. La sua assenza è come il cielo: si stende sopra ogni cosa.”
“C’è un luogo dove avverto la sua assenza in modo localizzato, ed è un luogo che non posso evitare. Il mio corpo.(…) Adesso è come una casa vuota.”

Ad un certo punto inizia a farsi spazio nella sua mente l’idea che l’immagine di lei, che vive nella sua memoria, tenderà piano piano a sostituire la realtà e questo lo atterrisce, perché il ricordo di lei non è lei.

Inizia a dubitare di quei luoghi comuni riguardo alla morte, suggeriti dalla fede:

“Non si può mai sapere con quanta convinzione si crede a qualcosa, fino a quando la verità o la falsità di questo qualcosa non diventano una questione di vita o di morte.”

E poi sfoga la sua rabbia su quel Dio che aveva ritrovato dopo che in passato se ne era allontanato:

“Se la bontà di Dio è in contraddizione con le sofferenze che ci vengono inflitte, allora o Dio non è buono oppure non esiste: perché nell’unica vita che conosciamo Egli ci fa soffrire al di là delle nostre paure più terribili e di ogni nostra capacità immaginativa. E se non c’è contraddizione, allora anche dopo la morte Egli può infliggerci sofferenze non meno insopportabili di prima.”

Col passare dei giorni però, dopo innumerevoli riflessioni, inizia a fare pace con Dio e anche il suo tormento inizia a placarsi ed in questo modo scopre che:

“È impossibile vedere bene quando gli occhi sono offuscati dalle lacrime. È impossibile, il più delle volte, ottenere ciò che si vuole se lo si vuole troppo intensamente;”

“Forse, quando nell’anima non hai nulla se non un grido di aiuto, è proprio allora che Dio non può soccorrerti: sei come uno che annega e non può essere aiutato perché annaspa e si aggrappa alla cieca. Forse le tue stesse continue grida ti rendono sordo alla voce che speravi di sentire.”

Ho letto questo libro tutto d’un fiato e mi ha lasciata senza fiato. È così intenso, così tormentato, così lucidamente delirante quando descrive il dolore della perdita che, appena finito, ho avuto come la sensazione di essermi persa qualcosa lungo la strada tanto era pieno di ogni possibile emozione e allora mi sono fermata un giorno ma, la mia mente era dentro quel libro e niente da fare ho riaperto quella porta e mi ci sono immersa di nuovo e sapete una cosa? L’ho amato ancora di più della prima volta.

Buona lettura!

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